Oltre le stelle (20)

Nel 2000, quando Il Mucchio Selvaggio era settimanale (la fase durò dall’ottobre 1996 al dicembre 2004), Gianluca Testani varò una simpatica rubrica che occupava due pagine in ogni numero. Si chiamava, appunto, “Oltre le stelle” ed era una sorta di appendice de “Le stelle del Mucchio”, la tabella nella quale i componenti dello staff della rivista assegnavano da sempre il loro “voto” – dalle cinque stelle di “imperdibile” alle due palle di “inascoltabile”, con in mezzo “formidabile”, “adorabile”, “apprezzabile”, “ascoltabile” e “prescindibile” – ad alcune decine di album di uscita recente. L’idea di Gianluca era semplice ed efficace: lui sceglieva uno di questi dischi, uno dei più importanti, e cinque o sei di noi altri dovevano commentarlo in circa mille caratteri, privilegiando i toni discorsivi ed evitando quelli da recensione. Insomma, più che il “critico” scriveva l’appassionato, a ruota libera e in prima persona.
Consapevole che con il senno di poi spesso non mi trovo più d’accordo con me, anche per colpa di ascolti non sempre approfonditi e dello spirito ludico della rubrica, in questo spazio riproporrò via via tutti i miei “Oltre le stelle”, in ordine cronologico, cinque per volta.

KORN
Untouchables
* * * *
Da quando ascolto seriamente rock (e dintorni), e sono ormai trent’anni, non mi pongo problemi di stile: ascolto quello che mi piace. E anche in ambito professionale scrivo sempre di ciò che mi colpisce o mi interessa, a differenza di tanti (tristi) “colleghi” che si occupano solo di ciò che può giovare alla loro immagine pubblica di critici svegli brillanti fighi intelligenti al passo coi tempi oh yeah. Non ho quindi alcuna remora ad affermare che amo moltissimo i Korn, pur sapendo bene che molti lettori e collaboratori di questa rivista la pensano in maniera opposta; sbagliando, a mio modo di vedere, magari perché un’innata avversione verso il metal (e suoi derivati) ha loro impedito di ascoltarli davvero. Capisco che quanto proposto da Jonathan Davis e soci possa far schifo, ma trovo assurdo che persone abituate a frequentare assiduamente musica non vogliano ammettere il valore assoluto di una formula capace di coniugare in Canzoni (con la C maiuscola) hard rock estremo, elettronica, punk, rap, psichedelia, dark e progressive. Untouchables è un album strordinario per creatività, energia, fantasia, gusto e ispirazione. E io lo adoro.
Tratto da Il Mucchio Selvaggio n.508 del 5 novembre 2002

DAVID BOWIE
Heathen
*
Il nutrire una notevole ammirazione per David Bowie non mi impedisce di rilevare che, dalla lontana epoca della formidabile Trilogia Berlinese, il Nostro ha pubblicato ben pochi album davvero memorabili. Anzi, forse addirittura nessuno e di sicuro non questo Heathen, che ha pure i suoi momenti suggestivi – momenti, più che canzoni intere – ma che in generale delude le aspettative accese dal rinnovato sodalizio con Tony Visconti: colpa di una scrittura non proprio vivacissima, di arrangiamenti tronfi e pesanti, di una notevole freddezza di fondo e di una voce che con il suo apparente cadere dall’alto accusa spesso carenze di comunicatività. Non un disco brutto, questo sarebbe troppo, ma un disco di seconda schiera, discutibile nella pur raffinatissima forma e non irresistibile in quanto a sostanza.
Tratto da Il Mucchio Selvaggio n.509 del 12 novembre 2002

THE VINES
Highly Evolved
* *
All’epoca della sua uscita non mi sono dato grande pena per procurarmi questo Highly Evolved: un paio di recensioni erano state sufficienti non solo a farmelo inquadrare sul piano stilistico ma anche a convincermi – chiamatelo “sesto senso” – che una volta effettuato l’ascolto lo avrei reputato un album carino e stop. Previsioni azzeccate su tutta la linea, visto che l’esordio della band australiana è piacevole ma lamenta una sfacciata tendenza al riciclaggio di intuizioni altrui, un approccio alla scrittura più dispersivo che eclettico e un’impressione di artificiosità resa più evidente da un lavoro di studio un po’ troppo “perfettino”. Più di un brano funziona, questo sì, ma la miscela rock-garage-grunge-psycho-pop elaborata dai Vines non riesce a concretizzarsi in nulla più di un disco carino: forse anche più di tanti altri, ma certo non importante o in grado di colpire in profondità.
Tratto da Il Mucchio Selvaggio n.510 del 19 novembre 2002

SONIC YOUTH
Murray Street
* *
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità” è la storica massima del mio vecchio amico Peter Parker, e il condividerla al 100% spiega le difficoltà da me incontrate nell’apprezzare appieno l’ultimo CD – quello che sancisce ufficialmente l’ingresso in organico di Jim O’Rourke – di una Gioventù Sonica ormai non più tanto giovane. Il dato positivo è che il gruppo newyorkese non ha perso il coraggio di azzardare “nuove” vie, quello negativo è che l’album in questione – a tratti molto prevedibile, e non sempre ispiratissimo a livello compositivo – non sembra possedere gli spunti e la magia di (capo)lavori da tre/quattro stelle come Bad Moon Rising, Evol, Daydream Nation, A Thousand Leaves, NYC Ghosts And Flowers. Fin troppo ovvia, quindi, la conclusione: due stelline. Quelli di Murray Street sono sempre i Sonic Youth, ma sono Sonic Youth di seconda schiera.
Tratto da Il Mucchio Selvaggio n.511 del 26 novembre 2002

SOLOMON BURKE
Don’t Give Up On Me
* * * *
Lo ammetto: quando mesi orsono ho ascoltato per la prima volta Don’t Give Up On Me, l’ho fatto con superficialità. Sarà stata la fretta, i troppi altri dischi da valutare o una predisposizione d’animo non esattamente favorevole, ma le due stelline mi erano sembrate il giusto voto per un veterano del soul che, a sorpresa, aveva sfornato un album all’altezza della fama conquistata con pieno merito nei Sixties. Il volerlo recensire per il “Mucchio Extra” mi ha però costretto a una frequentazione più attenta e assidua, e gli astri d’inchiostro sono subito diventati quattro: e questo perché Don’t Give Up On Me non è (solo) il formidabile ritorno di quello che si credeva ormai un nobile decaduto, ma un lavoro eccellente per scrittura, arrangiamenti e interpretazioni canore. Magari il Vescovo non saprà più riconfermarsi allo stesso livello, ma non importa: di fronte a prove del genere, c’è solo da applaudire. E schiacciare il tasto repeat del lettore.
Tratto da Il Mucchio Selvaggio n.512 del 3 dicembre 2002

In “Oltre le stelle” 1: Belle And Sebastian, Sinéad O’Connor, Pearl Jam, Jay-Jay Johanson, Deftones.
In “Oltre le stelle” 2: Giovanni Lindo Ferretti, Coldplay, Giant Sand, Badly Drawn Boy, Blonde Redhead.
In “Oltre le stelle” 3: Black Heart Procession, Radiohead, Mojave 3, Rancid, Go-Betweens.
In “Oltre le stelle” 4: U2, Marlene Kuntz, Amen, PJ Harvey, Gentle Waves.
In “Oltre le stelle” 5: Menlo Park, Lambchop, Fatboy Slim, Johnny Cash, Aluminum Group.
In “Oltre le stelle” 6: Godspeed You Black Emperor!, Songs: Ohia, Cousteau, Geoff Farina, Kings Of Convenience.
In “Oltre le stelle” 7: Magnetic Fields, Stephen Malkmus, Steve Wynn, Tortoise, Arab Strap.
In “Oltre le stelle” 8: Orb, Bonnie “Prince” Billy, Tom McRae, John Frusciante, Daft Punk.
In “Oltre le stelle” 9: Nick Cave, Manic Street Preachers, R.E.M., Mogwai, Mark Eitzel.
In “Oltre le stelle” 10: Lift To Experience, Black Crowes, Tindersticks, Radiohead, Manu Chao.
In “Oltre le stelle” 11: Tool, Sparklehorse, Mark Lanegan, Muse, Travis.
In “Oltre le stelle” 12: Tricky, Mercury Rev, Thalia Zedek, Björk, Bob Dylan.
In “Oltre le stelle” 13: Stereolab, Spiritualized, White Stripes, Strokes, Eels.
In “Oltre le stelle” 14: Fugazi, Gorky’s Zygotic Mynci, Starsailor, Aphex Twin, Ryan Adams.
In “Oltre le stelle” 15: Sodastream, Jim O’Rourke, Mick Jagger/Paul McCartney, Black Rebel Motorcycle Club, Notwist.
In “Oltre le stelle” 16: Bad Religion, Cornelius, Chemical Brothers, Lambchop, Joey Ramone.
In “Oltre le stelle” 17: Teenage Fanclub & Jad Fair, Marianne Faithfull, Boards Of Canada, Gomez, Desaparecidos.
In “Oltre le stelle” 18: Neil Young, Elvis Costello, Jon Spencer Blues Explosion, Badly Drawn Boy, Pedro The Lion.
In “Oltre le stelle” 19: Wilco, Tom Waits, Bruce Springsteen, Moby, Dot Allison.

Categorie: Oltre le stelle | 5 commenti

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5 pensieri su “Oltre le stelle (20)

  1. Paolo Backstreet Iglina

    Federico su Bowie sei un po’ severo, direi che almeno Scary monster… e in parte anche Let’s dance proprio male non sono.

    • Mi sa che quando ho scritto l’Oltre le stelle ho considerato “Scary Monsters” come una specie di appendice della Trilogia… è uno dei miei preferiti, ne ho scritto diffusamente in uno Speciale di “Classic Rock” che a breve sarà nelle edicole. “Let’s Dance” no… nulla da dire, fatto benissimo, ma non è la mia tazza di thè.

  2. AC

    Sarebbe divertente se tu accompagnassi il repost con una velocissima ri-valutazione dei dischi ad anni (decenni) di distanza: anche io ricordo Untouchables come un gran bel disco, ma in 15 e passa anni non l’ho mai più ascoltato (per dire…).
    Grazie comunque!

    AC

    • Al di là del tempo che mi manca sempre, rischierei di scrivere minchiate in aggiunta a quelle scritte illo tempore.
      Rispetto ai Korn… beh, io ricordo tanti di quei dischi come eccezionali, e se li riascolto non cambio parere… ma alla fine li riascolto solo se devo farlo per lavoro.

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