Quindici anni fa il cantante dei System Of A Down pubblicava il primo album a suo nome, che avrebbe in seguito avuto un particolare e intrigante adattamento dal vivo (come si può leggere qui). All’epoca, ne scrissi in questi termini.
Elect The Dead
(Reprise)
A scatola chiusa, cioè senza averne ascoltato neppure una nota, più d’uno potrebbe osservare che, nell’attuale bagarre discografica di un album da solista di Serj Tankian non si sentisse esattamente la mancanza. C’è però da rammentare che i System Of A Down, dei quali l’americano di origini armene è frontman e carismatica icona, non producono dischi da oltre due anni e che sembrano al momento essere in ibernazione, e dunque perché non considerare Elect The Dead come un prodotto sostitutivo di quello che la band madre ci avrebbe di norma proposto al massimo nel 2008? Fin troppo facile farlo, poi, visto come i suoi dodici episodi – dove Tankian suona in pratica tutti gli strumenti, batteria esclusa – rimandino direttamente ai SOAD e alle loro alternanza di energiche sfuriate e momenti nei quali a prendere il sopravvento sono soluzioni evocative di vago sapore etno; dei SOAD, tuttavia, nel complesso meno tesi e aggressivi oltre che più attenti alle sfumature, ma sempre caratterizzati da un approccio canoro – solenne e assieme un po’ stridulo – a dir poco inconfondibile. In ogni caso una prova abbastanza ispirata, al di là di qualche caduta di tono e qualche stucchevolezza.
(da Il Mucchio Selvaggio n. 641 del dicembre 2007)