Nell’ormai lontano anno 2000, Francesco Adinolfi pubblicò per Einaudi un librone sul… mondo dell’Exotica, appunto. Ebbe successo e, cosa assai rara per i volumi sulla musica scritti da un italiano, fu anche tradotto in inglese. Avendo appena appreso che a giugno è stato riproposto da Marsilio in versione riveduta, corretta e ampliata (la copertina qui riprodotta è quella della ristampa), ho recuperato la mia recensione d’epoca; non ho alcun dubbio che sia perfetta anche per la nuova edizione.
Francesco Adinolfi
Mondo Exotica
Ci sono autori che per confezionare i loro libri hanno bisogno sì e no di una ventina di giorni e altri che non si preoccupano di impiegarci anni, non curandosi del rischio di perdere per sempre eventuali “treni” commerciali né di vedere ciò che in origine era stato magari concepito come un bignamino trasformarsi in un’opera enciclopedica. Alla seconda categoria appartiene il collega Francesco Adinolfi, per il quale questo Mondo Exotica – eloquentemente sottotitolato Suoni, visioni e manie della Generazione Cocktail – ha costituito un sogno/incubo durato addirittura un lustro: un lungo periodo di ricerche, letture, analisi e interviste finalizzato a sviscerare tutti gli aspetti, compresi i più nascosti, di una materia molto più vasta e complessa di quanto si possa ragionevolmente ritenere, nonché ricca di implicazioni storiche, filosofiche e culturali in buona misura insospettabili. E fa davvero effetto realizzare come al saggio vero e proprio – perché di ciò si tratta, e non certo di un agile vademecum – facciano da corredo ben quarantadue pagine di nuda discografia, otto di bibliografia e un indice dei nomi nel quale hanno trovato posto circa 2.800 (!) voci.
Non si accontenta della superficie, Mondo Exotica, scavando a fondo nella musica, nel cinema e nel costume cocktail/lounge più o meno dai ‘50 ad oggi ma non trascurando di indagare ancor più indietro nel tempo a caccia delle imprescindibili radici del fenomeno; il tutto con una impostazione strutturale che presenta qualche eccesso didascalico – peraltro inevitabile, vista la quantità di riferimenti da mettere in ordine – ma che non scade mai nel tedioso grazie ad un linguaggio lineare e scorrevole. E, man mano che le pagine si sommano alle pagine, è scontato che si rimanga impressionati dalla mole di informazioni e dagli intrecci di temi, solo in apparenza privi di contatti, legati assieme in un coerentissimo (e coloratissimo) puzzle.
Ricorda un tomo universitario, Mondo Exotica, anche se per fortuna rifiuta gli snobismi e la boria degli ambienti accademici. Se un giorno l’exotica diventerà materia di studio, magari con lo stesso Adinolfi a sedere in cattedra, gli iscritti al corso non potranno non averlo come testo base.
(da Il Mucchio Selvaggio n.404 del 4 luglio 2000)