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Il disco più strano che ho (14)

Paths Of Pain To Jewels Of Glory è una raccolta pubblicata nel 1983 dalla Phantom Records di Sydney che contiene quattordici brani – in larghissima parte già editi in precedenza – di band locali come Hoodoo Gurus, Sunnyboys, Visitors e Passengers. La stranezza? Le quattro facciate (fronte, retro e busta interna) omaggiano spiritosamente i primi quattro album di studio dei Velvet Underground: Velvet Underground With Nico, con al posto della banana un calzino “sbucciabile” (accanto lo slogan dell’etichetta “the big beat in the heart of the vinyl jungle”; sotto il calzino, ovviamente, c’è un piede, quello di uno dei fondatori della label, Dare Jennings); White Light / White Heat con in sovraimpressione, invece del teschio, un piede mozzato da un treno; The Velvet Underground con i due titolari nelle pose di Lou Reed e Sterling Morrison; Loaded con dei calzini che escono dall’ingresso della metropolitana. L’oggetto è fichissimo (non solo concettualmente) e i contenuti sono ottimi; al momento su Discogs se ne trovano a prezzi quasi normali varie copie, una delle quali venduta da un negozio italiano e quindi assai conveniente a livello di spese postali.

Paths Of Pain copIl disco più strano che ho 1: Shadowy Men On A Shadowy Planet
Il disco più strano che ho 2: Tampax
Il disco più strano che ho 3: Diaframma/Litfiba
Il disco più strano che ho 4: The “You’ll Hate This Record” Record
Il disco più strano che ho 5: Johnny And The Dicks
Il disco più strano che ho 6: A Tribute To Billy Joel
Il disco più strano che ho 7: Gusto Forte
Il disco più strano che ho 8: The Music Maniac ‘Gimmick’ Compilation
Il disco più strano che ho 9: King Kurt
Il disco più strano che ho 10: Damned
Il disco più strano che ho 11: Flaming Lips
Il disco più strano che ho 12: Sex
Il disco più strano che ho 13: The Silent Pistols

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Il disco più strano che ho (13)

Pubblicato nel 1992 dalla IRF con numero di catalogo 000, questo 12 pollici fu l’esordio del collettivo artistico romano Silent Pistols, composto da persone tutt’altro che nuove a operazioni concettual-musicali più o meno spiazzanti. A fidarsi di quanto scritto sulla copertina, il disco – cento copie numerate, la mia è la n.26 – conterrebbe due brani, The Screaming Noise Of Silence e White Noise / Black Silence,ma in realtà non contiene nulla: non ha nemmeno i solchi e le etichette sono, coerentemente, bianche.

Silent PistolsIl disco più strano che ho 1: Shadowy Men On A Shadowy Planet
Il disco più strano che ho 2: Tampax
Il disco più strano che ho 3: Diaframma/Litfiba
Il disco più strano che ho 4: The “You’ll Hate This Record” Record
Il disco più strano che ho 5: Johnny And The Dicks
Il disco più strano che ho 6: A Tribute To Billy Joel
Il disco più strano che ho 7: Gusto Forte
Il disco più strano che ho 8: The Music Maniac ‘Gimmick’ Compilation
Il disco più strano che ho 9: King Kurt
Il disco più strano che ho 10: Damned
Il disco più strano che ho 11: Flaming Lips
Il disco più strano che ho 12: Sex

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Il disco più strano che ho (12)

In questo caso la foto caricata non è proprio quella della mia copia del disco, come quelle che di norma faccio da me sul tavolo di cucina, per due validissime ragioni. La prima è che questa sovracopertina non ce l’ho, non l’ho mai avuta e fino a pochi minuti fa non sapevo neppure che esistesse; d’altronde, è un vinile che posseggo da quarant’anni, della cui esistenza mi ero pure dimenticato e sul quale non ho avuto alcuna ragione di indagare. La seconda è che, tanto, mai avrei potuto pubblicare la copertina “vera”, un foglio di cartoncino ripiegato in due e stampato su entrambe le parte, perché Facebook mi avrebbe bloccato per chissà quanto tempo (se volete sapere perché, cliccate qui e una volta nella pagina cliccate su “altre immagini”, sotto la copertina; per la cronaca, si tratta di foto pornografiche normalissime, nulla di estremo).
I Sex erano un duo di avanguardia industriale che incise questo 45 giri d’esordio in vinile trasparente per la Index, la prima etichetta dei Wall Of Voodoo (fu questa la principale ragione che mi indusse all’acquisto). Il singolo è tirato in 500 copie numerate. Vedo che se “completo” è abbastanza quotato e dunque mi rode un po’ di non aver saputo nulla, prima d’ora, della stramaledetta busta esterna.

Sex cop
Il disco più strano che ho 1: Shadowy Men On A Shadowy Planet
Il disco più strano che ho 2: Tampax
Il disco più strano che ho 3: Diaframma/Litfiba
Il disco più strano che ho 4: The “You’ll Hate This Record” Record
Il disco più strano che ho 5: Johnny And The Dicks
Il disco più strano che ho 6: A Tribute To Billy Joel
Il disco più strano che ho 7: Gusto Forte
Il disco più strano che ho 8: The Music Maniac ‘Gimmick’ Compilation
Il disco più strano che ho 9: King Kurt
Il disco più strano che ho 10: Damned
Il disco più strano che ho 11: Flaming Lips

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Il disco più strano che ho (11)

A questo giro i dischi sono due, della stessa band (i magnifici Flaming Lips) ma “diversamente strani”. Il primo è l’ormai classico Zaireeka del 1997, i cui quattro CD andrebbero ascoltati contemporaneamente sincronizzandoli su quattro impianti diversi (c’è chi li ha mixati assieme per riprodurre almeno in parte l’effetto), e se questa non è un’eccentricità non saprei proprio come definirla. Il secondo, invece, è l’edizione limitata – venduta solo sul sito del gruppo – di Embryonic del 2009, con qualche gadget in più rispetto alla stampa standard ma – soprattutto – impreziosita da una “sopracopertina” di simil-pelliccia (va da sé che, dato che se si è scemi tanto vale esserlo fino in fondo, l’oggetto è ancora sigillato). Niente a che vedere, però, con 24 Hour Song Skull, realizzato in tredici copie per l’Halloween del 2011, con un autentico teschio umano corredato di hard-disk contenente 7 Skies H3 (pezzo della durata, appunto, di ventiquattr’ore): nel 2017 qualcuno ne ha venduta una copia a 4157 euro e ammetto che se fossi ricco-ricco mi metterei alla ricerca. Nel ricchissimo e frastagliato catalogo dei Flaming Lips ci sono comunque numerosissime altre bizzarrie “creative”.
Il disco più strano che ho 1: Shadowy Men On A Shadowy Planet
Il disco più strano che ho 2: Tampax
Il disco più strano che ho 3: Diaframma/Litfiba
Il disco più strano che ho 4: The “You’ll Hate This Record” Record
Il disco più strano che ho 5: Johnny And The Dicks
Il disco più strano che ho 6: A Tribute To Billy Joel
Il disco più strano che ho 7: Gusto Forte
Il disco più strano che ho 8: The Music Maniac ‘Gimmick’ Compilation
Il disco più strano che ho 9: King Kurt
Il disco più strano che ho 10: Damned

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Memorabilia (5)

Una serie di post dedicata a oggetti particolari legati alla musica che mi sono trovato a possedere più o meno per caso; a differenza di tanti colleghi che ne vanno a caccia e ne posseggono centinaia se non migliaia, io me ne sono sempre abbastanza fregato, però in tanti anni di attività un tot di cose le ho raccolte e allora ho pensato di presentarle qui e raccontarne la storia, un po’ come sto ancora facendo con i dischi più strani che ho e le foto da me scattate, e come ho fatto con le spillette. In linea di massima si tratta di gadget realizzati dalle case discografiche a scopo promozionale o celebrativo, ma non mancherà qualche chicca privata.
Nel 1992 i Sonic Youth pubblicarono Dirty, il loro secondo  album marchiato dalla DGC. Per l’occasione, l’etichetta realizzò un gadget promozionale ispirato ai “mobiles”, le sculture cinetiche. Il mio è appeso al soffitto di una stanzetta-archivio dove conservo materiale vario. La foto non è il massimo, ma credo renda bene l’idea dell’oggetto, che – per la cronaca – ha un’altezza totale di circa un  metro.

Memorabilia 1: Cartonato di In Utero dei Nirvana.
Memorabilia 2: Spaghetti dei Guns N’Roses.
Memorabilia 3: Bevute con Modena City Ramblers, Gaznevada e Skiantos.
Memorabilia 4: L’accendino Zippo dei Litfiba.

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