Contortions (1979+2003)

Se n’è andato, settantunenne, James White/Chance, e alla luce di quanto la sua vita sia stata spericolata c’è da stupirsi che ci sia arrivato, a quell’età. Per ricordarlo, non sarei in grado di offrire nulla di meglio di questa scheda, dedicata ai “suoi” Contortions, che stilai per il libro “Rock: 1000 dischi fondamentali”. Come bonus, la recensione di un DVD pubblicato nel 2005.
Buy
(Ze, 1979)
Quando questo esordio dei Contortions vide la luce, contemporaneamente all’Off White edito a nome James White & The Blacks, la cosiddetta no wave fotografata dalla raccolta No New York – prodotta l’anno prima da Brian Eno, con i DNA di Arto Lindsay, i Teenage Jesus & The Jerks di Lydia Lunch, i Mars e gli stessi Contortions – aveva già bruciato parte della sua iniziale, devastante furia eversiva: dalla negazione totale, i figli più marci della Grande Mela stavano iniziando a incanalare la propria arte corrotta verso formule più articolate e propositive, dalle quali sarebbero state presto generate stelle come Sonic Youth e Swans. Ai tempi, Buy suscitò discreto clamore, con il suo “funk mutante” pervaso dall’isteria, dal malessere esistenziale e da chissà quali (e quanti) altri stati di alterazione: musica magmatica e convulsa, costruita su distorsioni e ossessioni, dove la tradizione nera – funk, blues, soul, jazz – incontrava avanguardia bianca e r’n’r in un gioco intellettuale ma anche animalesco, tra scintillio di lustrini e puzzo di fogna. Decenni dopo, Buy rimane ancora un magnifico esempio di sound altro e oltre; e il suo primo artefice James “Chance” Siegfried, in perenne alternanza tra voce e sax, un affascinante alieno.

James Chance
Chance Of A Lifetime

(Dbk)
Non avendo assistito ad alcuna delle recenti performance di James Chance, e conoscendo i burrascosi trascorsi del personaggio in tema di sostanze assunte, sarebbe lecito – di fronte al sottotitolo Live In Chicago 2003 – ritenere questo DVD una speculazione di bassa lega su un nome decaduto ma senza dubbio glorioso: già, perché il Chance/White di cui sopra è stato una delle figure cardine della cosiddetta no wave newyorkese degli ultimi ‘70 e quindi, per estensione, uno degli inventori del punk/funk, di certa avanguardia filo-rumorista e di altri fenomeni musicali oggi frequentati e apprezzati anche dai giovanissimi. A sorpresa, invece, il concerto qui immortalato vede il cantante e sassofonista in gran forma: appesantito, d’accordo, e abbastanza segnato dagli stravizi, ma sempre capace – con il sostegno dei giovani ma fulminati componenti della band locale Watchers, nonché del fratello David, nel ruolo di maestro di cerimonie e vocalist aggiunto – di muoversi tra groove, sperimentazione, improvvisazione jazz, ferocia e assortite dissennatezze, rielaborando il repertorio che fu dei suoi Contortions. Il dinamismo sul palco non è naturalmente lo stesso dei giorni del capolavoro Buy (qui rappresentato da parecchi classici: Throw Me Away, Designed To Kill, Roving Eye, Twice Removed e l’imprescindibile Contort Yourself), ma poiché si parla di qualcuno cui un destino benevolo ha voluto donare una seconda vita c’è da rimanere davvero a bocca aperta. Settanta minuti corrosivi e travolgenti, più altri venticinque di “dietro le quinte”, per ricordare ai tanti (troppi?) allievi chi è il maestro.
(da Il Mucchio Selvaggio n.615 dell’ottobre 2005)

 

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