Michele vs Presley

Canzoni straniere, famose e non, adattate in italiano, con risultati ora interessanti, ora precari, ora spiazzanti o divertenti.
Serie “adattamenti”, n.1
In The Ghetto la conoscono tutti. Scritta da Mac Davis e interpretata da Elvis Presley, fu nel 1969 una grande hit internazionale. Parla di un ragazzo nato e cresciuto in una zona malfamata di Chicago che dopo una vita di criminalità rimane ucciso; come si evince dalla conclusione, la triste morale è che se la tua esistenza si svolge in contesti di un certo tipo non hai speranze: sei condannato a finir male. Qui il testo completo.

As the snow flies
On a cold and gray Chicago mornin’
A poor little baby child is born
In the ghetto
And his mama cries
‘cause if there’s one thing that she don’t need
it’s another hungry mouth to feed
In the ghetto
People, don’t you understand
the child needs a helping hand
or he’ll grow to be an angry young man some day
Take a look at you and me,
are we too blind to see,
do we simply turn our heads
and look the other way
Well the world turns
and a hungry little boy with a runny nose
plays in the street as the cold wind blows
In the ghetto
And his hunger burns
so he starts to roam the streets at night
and he learns how to steal
and he learns how to fight
In the ghetto
Then one night in desperation
a young man breaks away
He buys a gun, steals a car,
tries to run, but he don’t get far
And his mama cries
As a crowd gathers ‘round an angry young man
face down on the street with a gun in his hand
In the ghetto
As her young man dies,
on a cold and gray Chicago mornin’,
another little baby child is born
In the ghetto

Come molto spesso accadeva con i successi stranieri, ne venne approntato un adattamento nella nostra lingua. A occuparsene fu un paroliere di grido come Sergio Bardotti, autore e cantautore celebratissimo anche nei decenni seguenti, che elaborò una traduzione piuttosto fedele nella quale spiccava un’unica, vistosa differenza: il ritornello “in the ghetto” divenne “era negro”. Una scelta strana perché nell’originale non c’erano riferimenti alla pelle del protagonista, scelta dovuta probabilmente all’idea che qui alla periferia dell’impero si aveva dei ghetti delle metropoli americane; a scanso di equivoci va precisato che all’epoca il termine “negro” non era offensivo (nulla a che vedere con il “nigger” degli anglofoni, insomma), ma si usava normalmente – è in un’infinità di altri brani – per definire le persone di colore (tant’è che il titolo fu proprio Negro). Si poteva tranquillamente utilizzare qualcosa tipo “lì nel ghetto”, come metrica sarebbe stato perfetto, ma vai a capire. A inciderla fu Michele (Maisano), cantante di buona popolarità anche fuori dai nostri confini, che la pubblicò come retro del 45 giri Valzer delle candele e nel suo album Ritratto di un cantante, entrambi usciti per la Ri-Fi rispettivamente nel 1969 e nel 1970. Ascoltata oggi risulta parecchio straniante, ma è anche un curioso spaccato dell’Italia di mezzo secolo fa, quando un pezzo così – che oggi sarebbe censurato in quanto discriminatorio e razzista – non era invece minimamente considerato tale e veniva trasmesso senza problemi dalla RAI.
Qui si può ascoltare il brano (molto simile al modello anche nelle musiche, e molto bene interpretato), mentre qui sotto c’è il testo.

Nevicava
nella fredda notte di New York
venne al mondo un’altro figlio 
un figlio in più
era negro
E sua madre
lo baciava 
ma piangeva
perché 
era solo un’altra bocca 
una fame in più
era negro
Cercate di capire
un bimbo che non ha niente
quando sarà più grande 
cosa avrà?
soltanto il desiderio
di avere tante cose
tante cose che la vita 
a lui non darà mai
e si perderà
Ed un piccolo ragazzo 
comincia già
a dare pugni agli amici
che 
sono negri
Ora è grande
e di notte a casa non va più
ed impara a rubare 
ed impara a scappare
perché è negro
E una notte disperata
prende una pistola
ruba un’auto per fuggire
ma lontano non ci va: 
lo uccidono

E sua madre piange
e la gente intorno 
si scopre il capo davanti a lui
sono negri
C’è la neve 
nella casa
lì davanti gridano
viene al mondo un’altro figlio in più
ed è negro… ed è negro…

Categorie: canzoni | Tag: | 1 commento

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Un pensiero su “Michele vs Presley

  1. Francesco Ficco

    Devo controllare se è sull’LP che ho ereditato dai miei! 😀

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