Fra le mie band di culto, come si può vedere anche qui, ci sono da ormai quasi quarant’anni i Cinedyde, particolarissima compagine punk dell’area di Detroit. La recente ristampa in vinile dei loro primi quattro storici 7 pollici, con alcuni preziosi bonus, mi ha dato l’occasione per tesserne una volta in più le lodi.
You Live A Lie,
You’re Gonna Die (Hate)
A vent’anni esatti dalla prima uscita, che fu solo in CD, la Hate ha approntato la versione in vinile di You Live A Lie, You’re Gonna Die, raccolta di quanto edito in 7 pollici dai Cinecyde, per la loro Tremor Records, fra il 1977 e il 1980: stampa senza fronzoli in quattrocento copie comprendente un LP (cento di colore azzurro) con i dodici brani dei quattro dischi originali e un EP con ulteriori quattro tracce, due già proposte come bonus nel suddetto compact e altre due che finora erano rimaste in qualche cassetto. Detto che queste ultime sono scarti comunque di qualità, con la rilettura di Here It Comes dei Ramrods (coevi e concittadini dei Nostri) a meritare apprezzamenti in più, va da sé che il cuore del ricco programma è costituito dai pezzi più “conosciuti” (le virgolette sono d’obbligo), grazie ai quali la band di Royal Oak, Michigan, due passi da Detroit, scolpì il proprio nome nella storia dell’underground a stelle e strisce di quattro decenni fa. In particolare, Gutless Radio, Rock Meat (And The Hard-Ons), Radiation Sickness e Phosphorous & Napalm sono autentiche gemme all’insegna di un punk’n’roll di marcata personalità, ispirato dall’hard dei primi ’70 e dai Sixties più cattivi; a contraddistinguerlo, le trame di chitarra feroci, abrasive e taglienti, la voce acida e disturbante, le atmosfere cupe e cariche di tensione, il senso di minaccia di cui tutto è pervaso. Musica sporca, malsana e probabilmente all’oscuro della sua grandezza, come del resto una larga fetta del punk settantasettino sviluppatosi nella provincia americana, qui potente e d’impatto come mai prima per merito del mastering curato dal vate Tim Warren.
Tratto da Blow Up n.214 del marzo 2016
anche io ho lasciato una parte del mio cuore ai Cinecyde …
Grazie per l’ennesima scoperta sbalorditiva in ambito punk.